Giornata mondiale delle zone umide

Ciaspolata nel Parco Nazionale della Sila, lago Ariamacina

Il 2 febbraio è stata la Giornata mondiale delle zone umide. Ecosistemi a rischio: nell’ultimo secolo scomparse oltre il 64% delle zone umide.

In Italia riconosciute e protette 65 aree per un totale di 82.331 ettari

3 Febbraio ciaspolata ad Ariamacina, uno dei sentieri più suggestivi del Parco Nazionale della Sila.

Escursioni guidate, convegni, azioni di volontariato, birdwatching, citizen science. Un week-end ricco di iniziative in tutta la penisola quello che promuove Legambiente per la Giornata Mondiale delle zone umide che si celebra ogni anno il 2 febbraio, per ricordare la firma della Convenzione di Ramsar del 1971. Paludi, torbiere, distese di acqua stagnante o corrente, dolce, salmastra o salata sono, infatti, luoghi che oltre ad accogliere e conservare una ricca diversità biologica di uccelli, mammiferi, rettili, anfibi, pesci e invertebrati, garantisce risorse di acqua e cibo e svolge una funzione di mitigazione ai cambiamenti climatici.

Tra le decine di iniziative, organizzate in tutta Italia dai Circoli locali, per la giornata dedicata alle zone umide ricordiamo la ciaspolata, organizzata da Legambiente Calabria in collaborazione con Cammina Sila, domenica 3 febbraio. La ciaspolata è prevista in uno dei più suggestivi sentieri del Parco Nazionale della Sila, quello di Ariamacina.

«Celebrando la Giornata mondiale delle zone umide, vogliamo ricordare che per proteggere questi preziosi ecosistemi serve l’impegno diretto delle istituzioni e la sensibilizzazione dei cittadini – dichiara il responsabile Aree protette di Legambiente Antonio Nicoletti –. Anche alla luce della drammaticità degli effetti dei cambiamenti climatici, è però urgente attuare azioni di tutela delle risorse idriche e degli ecosistemi acquatici ad esse associati come le zone umide, soprattutto perché nel nostro Paese mancano ancora le necessarie sinergie fra le Direttive Quadro sulle Acque, Habitat e Uccelli e per le aree marino-costiere con la Direttiva Quadro sulla Strategia per l’ambiente marino. L’integrazione dei loro strumenti permetterebbe di ottimizzare le risorse e i tempi per attuare azioni di tutela e di monitoraggio della biodiversità».